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05/11/2010 - DRAGHI: STABILIZZARE I PRECARI PER PIU' PRODUTTIVITA'

AGI) - Ancona, 5 nov. - ''Senza la prospettiva di una pur graduale stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari, si indebolisce l'accumulazione di capitale umano specifico, con effetti alla lunga negativi su produttivita' e profittabilita'''. E' quanto ha affermato il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, nella Lectio magistralis tenuta alla Facolta' di Economia ''G. Fua''' di Ancona. DRAGHI: L'ITALIA E' INCAPACE DI CRESCERE L'Italia - secondo Draghi - soffre da anni di una incapacita' di crescere a tassi sostenuti e di un deludente andamento della produttivita'. ''Secondo le stime del Fmi - ha detto Draghi - la quota dell'area dell'Euro nel pil mondiale, pari al 18% nel 2000, a parita' di potere d'acquisto, scendera' al 13% nel 2015, mentre quello dei paesi emergenti asiatici raddoppiera' dal 15 al 29% per l'aumento del pil per abitante per il mutamento radicale degli equilibri economici mondiali. La nostra economia - ha proseguito - ne risentira' piu' di altre dato che manifesta da anni una incapacita' a crescere a tassi sostenuti; l'ultima recessione ha fatto diminuire il pil italiano di quasi 7 punti. Abbiamo subito un'evidente perdita di competitivita' rispetto ai principali partner europei. Tra il 1998 e il 2008 il costo del lavoro per unita' di prodotto nel settore privato e' aumentato del 24% in Italia, del 15% in Francia, e' addirittura diminuito in Germania. Per comprendere le difficolta' di crescita dell'Italia, dobbiamo interrogarci sulle cause del deludente andamento della produttivita'. I fattori sono molteplici, marcati e persistenti dualismi nella dimensione dell'impresa, nel mercato del lavoro''. ''La dimensione media delle imprese italiane rimane ridotta nel confronto internazionale'', ha proseguito Draghi. ACCENTUATO DUALISMO MERCATO-LAVORO ''Nel mercato del lavoro il dualismo si e' accentuato. Rimane diffusa l'occupazione irregolare stimata dall'Istat in circa il 12% del totale delle unita' di lavoro. Le riforme attuate, diffondono l'uso di contratti a termine, hanno incoraggiato l'impiego del lavoro portando ad aumentare l'occupazione negli anni precedenti la crisi. Si aggiunge un problema di concorrenza nei servizi. La crescita del prodotto per abitante in Italia si va riducendo da tre decenni: siamo passati da un aumento annuo del 3,4% negli anni '70 a uno del 2,5% negli anni '80, dell'1,4% negli anni '90, la stasi dell'ultimo decennio. Cio' e' un problema del paese. Infine - ha concluso Draghi - da un lato siamo sollecitati ad adottare una visione ampia di benessere, non limitata alla produzione di beni e servizi, ma estesa alla qualita' della vita. Dall'altro, non possiamo trascurare l'importanza centrale delle condizioni oggettive, materiali di vita: la disponibilita' di beni, l'accesso ai servizi. La difficolta' dell'economia italiana di crescere e di creare reddito non deve smettere di preoccuparci. Dobbiamo tornare a ragionare sulle scelte strategiche collettive, con una visione lunga. Cultura, conoscenza, spirito innovativo sono i volani che proiettano nel futuro. La sfida e' creare un ambiente istituzionale e normativo, un contesto civile, che coltivino quei valori, al tempo stesso rafforzando la coesione sociale''.


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