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28/12/2011 - Precari, ultima speranza nell’esercizio provvisorio

Adesso, per i precari siciliani l’ultima speranza è nell’esercizio provvisorio. In discussione oggi all’Ars. Un emendamento, da inserire nel ddl all’ordine del giorno, infatti, dovrebbe quantomeno provare a salvare le cosiddette “proroghe”. La soluzione sembra quella di consentire una proroga di due mesi. A questo sta lavorando in questi minuti il governo, in commissione bilancio: riscrivere la norma, insomma, per salvare il salvabile, intanto. E prendere tempo per sistemare la questione con l’anno nuovo. E a proposito di tempo, per dare modo all’esecutivo di riscrivere la norma e di confrontarsi con i deputati della commissione bilancio, il presidente dell’Ars Francesco Cascio ha deciso di sospendere la seduta e di aggiornarla alle 15. L’obiettivo principale della seduta, quindi, sarà quello di scongiurare l’eventualità al momento molto concreta che il “count down” per l’arrivo del nuovo anno coincida con quello per la fine dei contratti di dipendenti storici della Regione, tra cui quelli della centrale operativa della Protezione civile. Ma non solo, insieme a loro, a rischio “licenziamento” sono anche i dipendenti dell’Arra, quelli dell’Assessorato territorio e ambiente, i precari dei consorzi di bonifica, oltre ad alcune categorie residuali come quella dei dipendenti dei consorzi irrigui, a una ventina di dipendenti regionali dislocati nei comuni per occuparsi del contrasto delle emergenze sismiche e idrogeologiche. Si tratta, in molti casi, per intenderci, di lavoratori altamente specializzati, che da diversi anni ricoprono ruoli delicatissimi all’interno della macchina regionale. Per questo, oggi, all’Ars la questione ha oscurato persino la rottura operata dall’Udc. “Siamo sul Titanic”, dice nei corridoi dell’Ars Toto Cordaro (Pid): “Questa vicenda dimostra che questo governo è irresponsabile”. Lino Leanza (Mpa) conferma: “Proveremo a presentare un emendamento nel testo dell’esercizio provvisorio”. Intanto, fuori dai muri di Palazzo dei Normanni, una cinquantina di lavoratori ha iniziato una manifestazione di protesta. Insieme a loro, i sindacati: “Siamo qui – spiega Enzo Abbinanti, segretario regionale della Cgil Funzione Pubblica – innanzitutto per esprimere solidarietà ai lavoratori che, dopo anni di proroghe, tra un paio di giorni saranno senza lavoro. Chiediamo – aggiunge – che il governo regionale faccia proprie le osservazioni del Commissario e metta mano alla legge. Basta ridurre alcuni sprechi per trovare i fondi necessari”. Dello stesso tenore gli interventi delle altre sigle. I Cobas Codir, che avevano già paventato nei giorni passati la possibile bocciatura del ddl, adesso afferma “L’impugnativa del Commissario dello stato rivela il vero volto di questo governo regionale che sembra utilizzare lo strumento legislativo come arma per illudere i precari rispetto a soluzioni di cui si è ben coscienti della loro impraticabilità”. E la soluzione per il sindacato autonomo non può che essere “l’assunzione nelle società partecipate dalla Regione siciliana e un tentativo più serio di quello adottato sino ad adesso di stabilizzazione nelle categorie A e B della Regione siciliana”. Il sindacato infine chiede all’esecutivo di pubblicare comunque l’articolo che prevede le proroghe, nonostante l’impugnativa. Uguale richiesta dalla Uil: “È necessario – dice il segretario regionale Claudio Barone – subito un provvedimento per evitare licenziamenti e poi la definizione di un nuovo disegno di legge che superi le obiezioni del commissario dello stato”. Per la Cisl: “Dal testo dell’impugnativa non si evince – dice il responsabile dell’Area Metropolitana della Cisl Funzione pubblica Paolo Montera – alcuna altra irregolarità o difformità rispetto alla normativa vigente in materia di stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato. Occorre porre chiarezza sulla vicenda e verificare immediatamente le criticità riscontrate sulla copertura finanziaria”. Il problema, però, oggi pare il tempo. Che stringe. E dire che l’unico ddl oggi all’ordine del giorno era quello che avrebbe dovuto consentire il semplice esercizio provvisorio. Che già nei giorni scorsi era stato caricato di emendamenti riguardanti la Formazione professionale, la legge 104, il credito d’imposta, il tetto dei compensi dei dirigenti generali. Tutte matasse da sciogliere in giornata. O al massimo domani. L’arrivo del nuovo anno, per molte di queste questioni, è infatti una scadenza impossibile da aggirare.


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