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20/03/2012 - Lavoratori precari negli enti locali, l’AnciSicilia chiede un incontro al presidente Raffaele Lombardo

Un incontro urgentissimo al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, con l’obiettivo di trovare soluzioni per il personale precario dei comuni siciliani. A chiederlo è l’AnciSicilia che ribadisce la necessità di impegno congiunto della deputazione nazionale e del governo regionale in vista degli imminenti rinnovi contrattuali. “La nostra preoccupazione – spiega Giacomo Scala, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – è che questa situazione abbia pesanti ripercussioni sulla coesione sociale dell’Isola con conseguenze disastrose per l’attività amministrativa degli enti locali”. “Durante l’incontro con Lombardo – aggiunge Scala – presenteremo un nostro documento in cui esporremo le proposte e le soluzioni possibili elaborate dall’AnciSicilia per affrontare il problema. A questo punto ci aspettiamo che, a seconda delle competenze e delle responsabilità, sia il governo nazionale che il governo regionale si impegnino a raggiungere un punto fermo su una situazione diventata insostenibile. A questo proposito è altrettanto indispensabile la condivisione di tutte le sigle sindacali che, da sempre, dimostrano una grande sensibilità verso questo annoso problema”. “I precari della regione Sicilia – continua il presidente dell’AnciSicilia – hanno svolto e continuano a volgere un ruolo indispensabile per il corretto funzionamento degli enti locali. Sono una risorsa umana imprescindibile, una linfa vitale ed essenziale per il funzionamento degli uffici”. “L’AnciSicilia – conclude Giacomo Scala – ha già pronta una piattaforma da sottoporre al Parlamento regionale e nazionale, affinché la situazione dei precari abbia una risoluzione tale da garantire ai lavoratori siciliani un futuro stabile e certo a invarianza di spesa e di saldi di finanza pubblica. E’ necessario e indispensabile rivisitare la legge 24/10 al fine di permettere percorsi di stabilizzazione certi e di normalizzare le piante organiche di molti comuni che, contrariamente a quanto si crede, risultano carenti del 40-50%”.


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