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23/06/2009 - Enna. I precari non accettano i giudizi negativi del Presidente della Provincia

Enna. Dopo i Sindacati anche i precari dipendenti della Provincia regionale di Enna scrivono al Presidente della Provincia, Pippo Monaco, sul disagio nell’avere appreso tramite stampa la non soddisfazione del funzionamento dell’Ente e che intende rimodulare i servizi per farli meglio funzionare. Questo il testo: “Nulla da eccepire se questo Sua scelta servirà a raggiungere risultati migliori dal punto di vista economico e produttivo. Ma sicuramente non possiamo accettare il giudizio, palesemente negativo, che ha espresso sui “Noi precari”. Ci pare opportuno precisare che probabilmente le eccezioni a cui fa riferimento sono da invertire. La maggior parte di Noi, che da anni presta Servizio presso i vari Settori, è quotidianamente impegnata con grande senso di responsabilità e professionalità, (acquisita durante il lungo e travagliato percorso di precariato) al raggiungimento degli obiettivi. Ci rammarica dunque, che ancora una volta il nostro lavoro non venga apprezzato ma addirittura sminuito mettendo in dubbio il nostro interesse a lavorare. Ci piace però ricordare che i Dirigenti spesso si congratulano con Noi perché “soddisfatti” del contributo che apportiamo, nonostante il numero ridotto delle ore lavorative. Ciò significa che le ipotesi sono due: o sono “ipocriti” i Dirigenti o Lei non ha chiesto alcun parere agli stessi prima di esprimere quanto riportato dal suddetto quotidiano. Anzi, si coglie l’occasione per evidenziare che da anni si attende l’integrazione delle ore lavorative, poiché da anni il numero di ore prestate non sono sufficienti in rapporto al carico di lavoro di cui siamo stati investiti. Potrebbe sembrare una incongruenza con quanto affermato precedentemente, ma il raggiungimento degli obiettivi è stato possibile grazie al grande impegno profuso da “tutti Noi”. Spesso “Noi precari” ci fermiamo in ufficio, oltre l’orario di lavoro senza mai percepire alcuna indennità per lavoro straordinario o altra indennità accessoria. Giusto per non dilungarci molto vogliamo solo suggerirle che una ricognizione delle risorse e delle professionalità potrebbe consentire all’Ente un’ottimizzazione del personale impiegato, dal momento che, anche tra noi precari, ci sono geometri, operatori informatici, operatori di rete, esperti in politiche del lavoro, e molto altro ancora”.


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