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09/12/2009 - Siracusa E Disoccupazione: Dopo 5 Anni Di Lavoro, Licenziati In Tronco 20 Giovani

Nell’era della precarietà occupazionale la perdita del lavoro sembra essere un fenomeno all’ordine del giorno. In quello che viene descritto talvolta come un panorama di flessibilità lavorativa, con l’opportunità di acquisire esperienze diverse di volta in volta, in realtà l’accezione di “possibilità” lascia il posto all’insicurezza ed alla problematicità. Ed in un momento di recessione economica, questa sorta di caducità colpisce soprattutto la categoria dei giovani, alle prese non solo con la ricerca di una prima occupazione, ma anche con la necessità di trovare un lavoro quando improvvisamente questo viene meno. È quello che sta accadendo a Siracusa ad una ventina di giovani licenziati in tronco, pur avendo ottenuto un contratto a tempo indeterminato, “senza possibilità di replicare, perché questi sono gli ordini che provengono dal settore regionale Beni Culturali”. L’ultimo giorno di quest’anno sarà anche il loro ultimo giorno di lavoro per conto della Società cooperativa Novamusa Val di Noto, che gestisce i servizi aggiuntivi nei siti archeologici aretusei. “ […] licenziamento per tutti indistintamente […] – spiegano dagli uffici Novamusa -, uno sfregio per questi giovani che da cinque anni gestiscono, con serietà e professionalità, le biglietterie e i bookshop dei tre siti storico-archeologici tra i più importanti della Sicilia: il parco archeologico della Neapolis (più semplicemente e comunemente chiamato dai siracusani, il Teatro Greco), il museo archeologico regionale “Paolo Orsi” e il castello Maniace in Ortigia”. “Tutto ha avuto inizio cinque anni fa – si legge nel comunicato emesso da Novamusa -, quando la Regione Sicilia decise di dare in gestione i servizi aggiuntivi di questi siti alla società su citata, dopo aver vinto l’appalto. Per servizi aggiuntivi s’intende tutto ciò che ruota attorno all’accoglienza dei turisti: biglietteria, bookshop, visite guidate, laboratori didattici, informazioni turistiche ecc... E così iniziò l’avventura lavorativa per questi giovani, felici di poter lavorare nella propria città, al contrario di tanti altri che sono stati costretti ad emigrare al nord o all’estero perché Siracusa offre molto poco, e felici di lavorare in luoghi unici della nostra cultura, ma, soprattutto, felici di essere stati assunti con un contratto a tempo indeterminato, utopia dei nostri giorni. Ma questo non è un deterrente per la perdita del lavoro. Stiamo parlando del futuro di giovani madri, di donne in dolce attesa, di donne appena sposate, di persone che contano su questo stipendio per integrare le entrate familiari e per pagarsi il mutuo di una casa o della macchina. Questi giovani con il loro lavoro hanno pure sopperito alla mancanza nella nostra città dei punti di informazione turistica, fornendo ai turisti disorientati informazioni sui luoghi da visitare, sugli alberghi dove alloggiare, sui ristoranti dove andare a mangiare e perfino sui numeri degli autobus e sui taxi, il tutto arricchito dall’uso di varie lingue straniere. Insomma, c’è l’incredulità generale, non si riesce a capire come mai la Regione, in un momento politico in cui si parla continuamente di aiutare i giovani, per tutta risposta sta per gettarli per strada, arrecando loro un’ennesima umiliazione''. Ma a quanto pare, la vicenda non riguarda solo Siracusa, bensì anche il Teatro greco-romano di Taormina e il sito archeologico di Segesta, i cui servizi aggiuntivi sono gestiti sempre dalla società Novamusa. ''A questi giovani resta ormai solo un mese di lavoro – concludono dalla società -, tutte le loro speranze sono riposte nel “buon senso” della Regione, affinché permetta a questa società di continuare a gestire i servizi aggiuntivi oppure fornisca loro una sistemazione lavorativa alternativa”.


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