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21/01/2010 - Ispra, c'è l'accordo. Giù i precari ''Ma l'attenzione resta alta''

Tutti giù dal tetto: dopo 59 giorni passati sulla terrazza dell’I spra, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, i ricercatori che erano rimasti senza contratto sono tornati in strada. La partita si è sbloccata ieri notte alle 11,30 dopo 14 ore di trattativa tra le parti sociali e il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. ''Siamo soddisfatti – racconta Simone Canese, 40 anni, da 11 all’Ispra – le richieste sono state accolte e finalmente possiamo tornare alla nostra vita''. Il protocollo di intesa, siglato tra il ministero e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Anpi e Usi-Rdb, è costituito da nove punti che prevedono il rinnovo di tutti i contratti a tempo determinato; l’impegno di continuare ad avvalersi delle collaborazioni coordinate e continuative e degli assegni di ricerca attivi dal 31 dicembre 2009 fino al 31 dicembre 2010; la promessa di ulteriori bandi per collaborazioni e assegni di ricerca, accompagnati da concorsi pubblici per contratti a tempo determinato e indeterminato che saranno pubblicati nei prossimi due anni. Questo, per i circa 50 ricercatori che da due mesi vivevano sul tetto dell’Ispra, significa il rinnovo di tutti i contratti scaduti a fine dicembre e la possibilità di rientro attraverso i nuovi bandi per quei 170 giunti al termine nel giugno 2009. Le risorse – secondo il ministro Prestigiacomo che ha definito l’intesa “ difficile, sofferta ma alla fine un risultato di cui tutti possiamo essere soddisfatti” – arrivano dall’incremento imprevisto delle richieste di pensionamento del personale di ruolo. Soddisfazione è anche il termine usato da Agnese Imperi che per la Cgil ha seguito la vicenda dell’Ispra e che commenta: “alla fine il ministro ha accettato la quasi totalità delle nostre proposte per le quali non era necessario alcun intervento d’urgenza ma solo il rispetto delle norme già esistenti”. Ma la soddisfazione più grande è quella che si respira nelle parole dei ricercatori che per due mesi, Natale e Capodanno compresi, hanno piantonato il tetto dell’Istituto. “Dopo tanto tempo – racconta Stefano, 38 anni, da 11 all’Ispra – non ci credevamo quasi più. Ma sapevamo tutti che non avremmo potuto sopportare un altro rinvio”. “Siamo felici – gli fa eco Simone – anche se forse avremmo potuto arrivare all’accordo già mesi fa, senza dover vivere questa angoscia. Del resto questa è l’Italia e se l’unica maniera di vedere riconosciuti i propri diritti è salire sui tetti, è giusto che lo facciano tutti”. Per Simone oggi è l’ultimo giorno sulla terrazza che domina il quartiere Casalotti di Roma. “Tra poco torno a casa, mi faccio una doccia e poi esco a cena fuori. A festeggiare. Martedì prossimo, spero, sarò a Pantelleria. Sembra un sogno, anche se è solo il mio lavoro”.


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