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03/06/2010 - Precari, a Palermo altri due giorni di cortei

Altri due giorni di cortei. I precari degli enti locali scenderanno in strada domani e dopodomani per protestare contro lo stop ai rinnovi dei contratti imposto dal rispetto del patto di stabilità e dall’ultima manovra economica di Tremonti. Ma da Roma continuano a non arrivare segnali che inducano a sperare in un esito positivo della vertenza. Sono in 22.500 i lavoratori che rischiano di restare senza contratto. I primi a scendere in strada, domani, saranno gli aderenti al sindacato autonomo Mgl (Movimento giovani lavoratori), sigla nata oltre dieci anni fa che in questa fase sta guidando la protesta in tempi e modalità differenti rispetto ai confederali. L’Mgl era già sceso in strada il 26 maggio con circa 9 mila precari: «In quella occasione - spiega Massimo Bontempo - il governo ci assicurò che sarebbe stato organizzato un incontro con i sindaci per individuare una soluzione». E quell’incontro è stato fissato per domani alle 10 a Palermo, presso l’Albergo delle povere in corso Calatafimi: lì si svolgerà anche il sit in dei precari. Il giorno dopo saranno Cgil, Cisl e Uil a scendere in strada con un corteo che attraverserà il centro storico di Palermo per raggiungere la Presidenza della Regione. All’incontro di domani con l’assessore al Lavoro Lino Leanza e Raffaele Lombardo sono stati invitati i presidenti delle Province e sindaci di tutta la Sicilia insieme con i senatori e i deputati nazionali e regionali. «Lì - ha detto Roberto Visentin, presidente dell’Anci - utilizzerò tutti gli strumenti necessari per superare i vincoli. Ma quella dei precari è una questione sulla quale è difficile dire una parola definitiva, stante che ci troviamo davanti ad un quadro in continua trasformazione. E chi prospetta soluzioni facili fa solo demagogia, così come chi per motivi elettorali fa capire che i problemi sono solo finanziari mentre si tratta di norme disposte dalla Stato». Non a caso a Roma i tempi della trattativa si allungano. Ieri l’assessore all’Economia, Michele Cimino, ha incontrato i colleghi di altre Regioni: «Il fatto che questo non sia un problema esclusivamente siciliano può aiutarci. Ci siamo riaggiornati alla prossima settimana e poi ci sarà un incontro con Tremonti». Intanto però in Sicilia la tensione cresce. Ieri la commissione Bilancio dell’Ars, guidata da Riccardo Savona, ha affrontato il problema con sindacati e Anci. Il governo era assente, come hanno segnalato Salvo Pogliese e Vincenzo Vinciullo del Pdl ufficiale. Per Savona «siamo ormai all’emergenza sociale. Serve un impegno dei governi nazionale e regionale e dei partiti affinchè si trovi una soluzione». La stessa Anci sembra scettica: «Bisogna capire quali sono i margini possibili di trattativa con lo Stato e questa indicazione può venire solo dal governo regionale - ha detto il vice presidente Calogero Pumilia - noi ci impegnamo a coinvolgere gli organismi nazionali della nostra categoria». Ma Pumilia ha aggiunto che «il quadro è fosco, risulta inquietante che ad oggi non esistono dati certi sul personale


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