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11/06/2010 - Precari: riponiamo le armi della politica e dimostriamo di essere vera classe dirigente

La vertenza legata alla stabilizzazione dei precari siciliani resta una delle imprescindibili priorità del mio governo. Tutti noi condividiamo l’idea per la quale in Sicilia, dopo anni di sprechi e clientelismo, nessun altro episodio di precariato dovrà essere alimentato. È però altrettanto presente in ciascuno di noi la consapevolezza che bisogna dare un futuro certo e stabile a quanti, per oltre un decennio, hanno prestato la loro opera all’interno delle pubbliche amministrazioni. Per ottenere tale risultato, con orgoglio e dignità, non chiediamo al governo nazionale né mance, né prebende, ma solo l’autorizzazione a poter derogare dal patto di stabilità, legando lo sforamento eventuale solo alle ipotesi di stabilizzazione e chiudendo subito dopo la finestra, uniformandoci cosi al resto d’Italia. Il raggiungimento di questo risultato e l’ottenimento di tale obiettivo non possono però diventare né la battaglia di una sola parte, né motivo di divisione politica. Al di là delle polemiche strumentali e delle baruffe politiche, spesso create ad arte, è giunto il momento di riporre le armi della politica e dimostrare di essere vera classe dirigente, a partire dalla delegazione parlamentare nazionale eletta in Sicilia, per proseguire con il governo della Regione e tutta la deputazione regionale, fino alle amministrazioni locali. Per ottenere tale risultato la strada non può che essere quella della sinergia politica che alimenti soluzioni tecniche condivise e praticabili. Solo dopo questo passaggio, tutti insieme, daremo a trentamila famiglie siciliane la forza necessaria per ottenere giustizia e lavoro, mettendo da parte ogni polemica e concentrandoci, una volta tanto, esclusivamente su ciò che è meglio e giusto per la Sicilia. Se qualcuno vorrà rifiutare l’invito per questioni politiche o per alimentare piccoli dispetti, faccia pure. Sappia però che ad essere danneggiato non sarà il presidente della Regione o il suo governo, ma le migliaia di persone pronte a portare la loro protesta anche a Roma per difendere la vita stessa delle proprie famiglie


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