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17/06/2010 - La voce dei sindaci ad Agrigento e a Roma

Due manifestazioni, una ad Agrigento davanti la Prefettura, l’altra a Roma nella sede centrale del Governo per far sentire la voce dei sindaci, dei sindacati, dei lavoratori contro le norme in finanziaria che non tengono conto della specificità della Sicilia e non fanno gli interessi dell’isola. E’ quanto ha deciso il “Comitato permanente di azione e di lotta” dei sindaci della provincia di Agrigento, riunitosi ieri pomeriggio nell’aula consiliare del Comune di Sciacca. L’incontro, cosìcome richiesto dal sindaco di Sciacca Vito Bono, è stato convocato dal sindaco di Agrigento Marco Zambuto, promotore della prima riunione del Comitato svoltasi ad Agrigento lo scorso 7 giugno per chiedere prioritariamente al governo nazionale l’immediata modifica del decreto legge n. 78 del 31/05/2010 nella parte relativa ai lavoratori precari ed al patto di stabilità degli Ento Locali. Presenti all’incontro di Sciacca sindaci, assessori e rappresentanti di diversi comuni della provincia di Agrigento tra cui il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, il sindaco di Sciacca Vito Bono, gli assessori di Sciacca Alberto Sabella e Carmelo Brunetto, il presidente del Consiglio comunale di Sciacca Filippo Bellanca, il consigliere comunale Nicola Assenzo, il vicesindaco di Cattolica Eraclea Antonino Amato, l’assessore di Burgio Francesco Matinella, il sindaco di Favara Domenico Russello, il sindaco di Casteltermini Nuccio Sapìa, il sindaco di San Biagio Platani Carmelo Alba, il sindaco di Caltabellotta Calogero Pumilia, l’assessore di Santa Margherita di Belìce Baldassare Cacioppo, il presidente del consiglio comunale di Santa Margherita Leonardo Ventimiglia, gli assessori di Racalmuto Alfonso Cardillo e Giovanni Mattina, il sindaco di Cianciana Salvatore Sanzeri, l’assessore di Montevago Vincenzo Infranco, l’assessore di Ribera Antonio Sgrò, l’assessore di Lucca Sicula Francesco Giannetto, il sindaco di Villafranca Sicula Salvatore Di Salvo, il sindaco di Calamonaci Vincenzo Inca, il sindaco di Alessandria della Rocca Luigi Mulè, il capo settore Personale di Menfi Giuseppe Gruppuso. Presente, inoltre, il sindacalista Alfonso Buscemi della Funzione Pubblica della Cgil. Nel corso dell’incontro, si è analizzata la situazione alla luce anche delle ultime novità provenienti da Roma e da Palermo. Al termine dei numerosi interventi e di un ampio e articolato dibattito, il Comitato ha deciso di dare vita subito a iniziative forti e unitarie con tutti i rappresentanti istituzionali degli enti locali (sindaci, assessori, presidenti di consiglio comunali, consiglieri comunali, rappresentanti sindacali e lavoratori precari). La prima iniziativa è stata programmata entro il mese di giugno ad Agrigento, davanti la Prefettura - Ufficio territoriale del Governo. La seconda iniziativa è stata programmata entro la prima decade di luglio, a Roma. Le date saranno ufficializzate nei prossimi giorni. Il sindaco di Sciacca Vito Bono, nel dare il benvenuto ai presenti, si è augurato che si trovino al più presto le “soluzioni concrete” richieste dai sindaci e dai lavoratori. “Dico un no forte e convinto al provvedimento del governo nazionale – ha detto il sindaco Vito Bono - non possono, da Roma, scaricare il peso della finanziaria sui sindaci, non tenendo conto dei grandi sacrifici che quotidianamente affrontiamo. Debbono metterci nelle condizioni di operare, di dare risposte ai nostri cittadini e di chiudere una volta e per tutte la pagina dei precari. Già c’è il gravissimo problema della disoccupazione. Ci vuole soltanto che si mandino in strada più di 23 mila precari che in molti comuni sono impiegati in servizi essenziali e senza i quali ci sarebbero enti locali che chiuderebbero. Sono pronto a rimettere il mandato se la nostra voce non verrà ascoltata. Il sindaco Marco Zambuto ha invocato l’unione non solo dei sindaci della provincia di Agrigento, ma di tutta l’isola”. “Il problema – ha detto il sindaco Zambuto – è di tutta la terra di Sicilia. Noi sindaci siamo l’estrema trincea del territorio e ogni giorno verifichiamo lo stato di disperazione della nostra gente. Dobbiamo avere la capacità di una grande mobilitazione. È una battaglia non di una sola categoria ma di tutti. Se non capiamo questo, rischiamo di perdere. Tutti assieme dobbiamo intraprendere un’iniziativa forte chiamando a raccolta istituzioni, famiglie, sindacati e lavoratori prima che scada il tempo”.


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